Teoria
Il nucleo centrale teoretico della Psicoterapia Autogena in quattro stadi è il Modello Metapsicologico Gastaldo-Ottobre; ne facciamo un brevissimo cenno.
il 'pacchetto di esperienze' di: "sbrigati"
L’analisi e lo studio di quindicimila vissuti in Stato Autogeno, registrati e catalogati per contenuti emozionali e simbolici, hanno portato alla costruzione di un modello metapsicologico utile ai terapeuti per capire alcune psicodinamiche e ai pazienti per rafforzare le spinte, verso la bionomia,; spinte che imprimono a se stessi attraverso i vissuti autogeni; possiamo così riassumerlo:
1) "Pacchetti di esperienze" (metafora propria degli autori), nell'età evolutiva e in particolar modo nella prima infanzia, elaborati da strutture/funzioni cerebrali archetipe, plasmano le modalità di interazione dell'apparato psichico con la realtà; modulano così i circuiti neuronali che ne sono la base biologica.
2) L'apparato psichico contrassegna tali pacchetti con simboli, che evocano contenuti emozionali degli stessi, e sono le "parole" del dialogo interno e gli elementi che costituiscono i sogni.
3) Esperienze che la mente del bambino non è in grado di interpretare in modo corretto formano "pacchetti di esperienze sincratici" e non "sintetici", oppure simboleggiati in modo inadeguato. Creano così punti di riferimento interni sbagliati, modulazioni di circuiti neuronali che sottendono comportamenti antibionomici e quindi modi dolorosi di vivere . (Es: l'ospedalizzazione del bambino nel secondo semestre di vita, con distacco dalla figura materna, viene catalogato dall'apparato psichico come abbandono / tradimento / rifiuto e simboleggiato con un'immagine di madre cattiva. Viene inoltre (successivamente e come conseguenza di questo) vissuto come: "madre che mi manda via" il: "vai a giocare con i tuoi amici" e le esperienze alla scuola materna. Si formano cosi' enormi pacchetti sincratici di abbandono / tradimento / rifiuto).
4) nel processo terapeutico, che viene guidato da un particolare archetipo; i pacchetti non omogenei, dopo che sono stati recuperati vissuti positivi, si scindono (analisi), si liberano dall'emozione incongrua (catarsi), si ricompongono diversamente, e si incorporano simboli più adeguati; si formano così punti di riferimento congrui alla realtà in altre parole più Bionomici.
E' possibile trovare una più ampia e completa descrizione di questo modello nei libri citati ( vedi menù Libri; in particolare: "Dottore, posso guarire?" e in altri articoli e saggi (gli interessati possono chiedere allo Studio Gastaldo Ottobre).
Particolarmente specifico è l'articolo in APPROFONDIMENTI: "Psicoterapia Autogena"
1) "Pacchetti di esperienze" (metafora propria degli autori), nell'età evolutiva e in particolar modo nella prima infanzia, elaborati da strutture/funzioni cerebrali archetipe, plasmano le modalità di interazione dell'apparato psichico con la realtà; modulano così i circuiti neuronali che ne sono la base biologica.
2) L'apparato psichico contrassegna tali pacchetti con simboli, che evocano contenuti emozionali degli stessi, e sono le "parole" del dialogo interno e gli elementi che costituiscono i sogni.
3) Esperienze che la mente del bambino non è in grado di interpretare in modo corretto formano "pacchetti di esperienze sincratici" e non "sintetici", oppure simboleggiati in modo inadeguato. Creano così punti di riferimento interni sbagliati, modulazioni di circuiti neuronali che sottendono comportamenti antibionomici e quindi modi dolorosi di vivere . (Es: l'ospedalizzazione del bambino nel secondo semestre di vita, con distacco dalla figura materna, viene catalogato dall'apparato psichico come abbandono / tradimento / rifiuto e simboleggiato con un'immagine di madre cattiva. Viene inoltre (successivamente e come conseguenza di questo) vissuto come: "madre che mi manda via" il: "vai a giocare con i tuoi amici" e le esperienze alla scuola materna. Si formano cosi' enormi pacchetti sincratici di abbandono / tradimento / rifiuto).
4) nel processo terapeutico, che viene guidato da un particolare archetipo; i pacchetti non omogenei, dopo che sono stati recuperati vissuti positivi, si scindono (analisi), si liberano dall'emozione incongrua (catarsi), si ricompongono diversamente, e si incorporano simboli più adeguati; si formano così punti di riferimento congrui alla realtà in altre parole più Bionomici.
E' possibile trovare una più ampia e completa descrizione di questo modello nei libri citati ( vedi menù Libri; in particolare: "Dottore, posso guarire?" e in altri articoli e saggi (gli interessati possono chiedere allo Studio Gastaldo Ottobre).
Particolarmente specifico è l'articolo in APPROFONDIMENTI: "Psicoterapia Autogena"
Dal libro "Dottore, posso guarire?"
Uno dei momenti, 'meccanismi' che preannunciano e preparano la riarmonizzazione può essere il recupero di esperienze positive.
Il nostro cervello/psiche per poterci preservare in vita, evitare la morte, mette in primo piano le esperienze vissute come pericolo di vita; sono proprio tali esperienze che troviamo quando, inboccata la strada per il centro del cervello, arriviamo a destinazione.
Quando abbiamo sufficientemete esplorato questo primo strato e ci siamo accorti che le paure non erano di pericoli reali, ma pericoli solo creduti tali, allora accediamo ad un secondo strato di esperienze. Si tratta di quelle esperienze positive che comunque abbiamo avuto altimenti non saremmo vivi.
Questo momento - RECUPERO DI ESPERIENZE POSITIVE - è uno di quei momenti che fanno virare l'iter verso la riarmonizzazione.
Nella sequenza qui sotto riportata vediamo il vissuto di una paziente affetta da una grave forma di DEPRESSIONE MAGGIORE (quelle forme che alcuni dicono essere genetiche).
Il suo vissuto inconscio era di avere una madre aquila che la sbrana (prima figura), di madre mostro che è presente fin da quando esce dal canale del parto (seconda figura) e poi continua ad ossessionarla per tutta la vita (terza figura) agendo su di lei in modo da plagiarla, deformarla (quarta figura).
Tale visssuto inconscio condizionava in lei un rapporto molto conflittuale con la madre, ma anche un'idea ossessiva di essere, per sua figlia, una madre di questo tipo; da quì mutuava la certezza di aver già rovinata la figlia e da tale certezza derivava una parte cospiqua della sua disperazione.
Dopo diverse decine di sedute, in cui s'imbatteva in questi vissuti, ecco che finalmente, nella seduta sintetizzata dalla sequenza quì sotto riportata, lei prende il coraggio di accarezzare un tentacolo della madre mostro e sente tanta dolcezza in tale contatto (quinta figura).
Recupera così un pacchetto di esperienze di contatti affettuosi con la madre e dalla madre.
Questo pacchretto di esperienze positive ne trascina con sè altri come ad esempio quello di madre che la nutre; madre che prima vede simbolizzata in una pecora che l'allatta (sesta figura), ma subito dopo da una donna che riconosce subito come la madre (Settima figura). (I disegni sono di Lorenza Latino).
Il nostro cervello/psiche per poterci preservare in vita, evitare la morte, mette in primo piano le esperienze vissute come pericolo di vita; sono proprio tali esperienze che troviamo quando, inboccata la strada per il centro del cervello, arriviamo a destinazione.
Quando abbiamo sufficientemete esplorato questo primo strato e ci siamo accorti che le paure non erano di pericoli reali, ma pericoli solo creduti tali, allora accediamo ad un secondo strato di esperienze. Si tratta di quelle esperienze positive che comunque abbiamo avuto altimenti non saremmo vivi.
Questo momento - RECUPERO DI ESPERIENZE POSITIVE - è uno di quei momenti che fanno virare l'iter verso la riarmonizzazione.
Nella sequenza qui sotto riportata vediamo il vissuto di una paziente affetta da una grave forma di DEPRESSIONE MAGGIORE (quelle forme che alcuni dicono essere genetiche).
Il suo vissuto inconscio era di avere una madre aquila che la sbrana (prima figura), di madre mostro che è presente fin da quando esce dal canale del parto (seconda figura) e poi continua ad ossessionarla per tutta la vita (terza figura) agendo su di lei in modo da plagiarla, deformarla (quarta figura).
Tale visssuto inconscio condizionava in lei un rapporto molto conflittuale con la madre, ma anche un'idea ossessiva di essere, per sua figlia, una madre di questo tipo; da quì mutuava la certezza di aver già rovinata la figlia e da tale certezza derivava una parte cospiqua della sua disperazione.
Dopo diverse decine di sedute, in cui s'imbatteva in questi vissuti, ecco che finalmente, nella seduta sintetizzata dalla sequenza quì sotto riportata, lei prende il coraggio di accarezzare un tentacolo della madre mostro e sente tanta dolcezza in tale contatto (quinta figura).
Recupera così un pacchetto di esperienze di contatti affettuosi con la madre e dalla madre.
Questo pacchretto di esperienze positive ne trascina con sè altri come ad esempio quello di madre che la nutre; madre che prima vede simbolizzata in una pecora che l'allatta (sesta figura), ma subito dopo da una donna che riconosce subito come la madre (Settima figura). (I disegni sono di Lorenza Latino).
CENTRO RICERCHE E STUDI SU PSICOTERAPIA AUTOGENA
Studio di Medicina, psicologia, psicoterapia Gastaldo G. - Ottobre M., (A.I.R.D.A., Centro ricerca) -
Via Chiesa di Ponzano 8, 31050 Ponzano Veneto (TV), Partita IVA 02322440260 - Tel/fax. 0422 969034 - E-mail [email protected] -
www.gastaldo-ottobre.it - www.airda.it, www.trainingautogeno-bionomico.it
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